Gli esercizi bioenergetici nascono e si sviluppano all’interno dell’Analisi Bioenergetica, teoria e tecnica psicoterapeutica creata negli anni ’50 da Alexander Lowen, medico psicoanalista americano.

Una delle tesi fondamentali della bioenergetica è che il corpo e la mente sono funzionalmente identici: ciò che accade nella mente riflette quel che succede nel corpo, e viceversa. Questo significa che i conflitti non risolti e i traumi che ciascuno di noi sperimenta nel corso dell’esistenza hanno delle ripercussioni sia a livello psichico, sia a livello corporeo, attraverso una diminuzione delle funzioni vitali dell’organismo (respirazione, motilità, autoespressione). I blocchi psicoemozionali si strutturano nel corpo sotto forma di tensioni muscolari che impediscono all’energia di circolare liberamente, creando nell’organismo “ingorghi”, “strettoie”, “vuoti”.

Gli esercizi bioenergetici intendono aiutare chi li pratica ad entrare in contatto con le proprie tensioni e a rilasciarle tramite movimenti appropriati.

La classe di esercizi bioenergetici si articola in una sequenza di movimenti e posizioni. Ogni esercizio si sviluppa secondo un ciclo di contrazione ed espansione, che è il ciclo naturale dell’energia. Nella fase di contrazione (carica), il muscolo o il gruppo di muscoli su cui si sta lavorando viene sottoposto a tensione volontaria, che, sommata alla tensione preesistente e involontaria, stimola l’organismo a reagire, liberando lo stress contenuto in quell’area. E’ il momento della scarica, che in genere compare spontaneamente attraverso dei movimenti vibratori quando la tensione raggiunge un punto limite e che può essere resa più immediata attraverso dei movimenti espressivi. Alla scarica segue il rilassamento, che completa la fase di espansione.

Nella prima parte della classe generalmente si eseguono esercizi dalla posizione in piedi, che servono a sciogliere le tensioni della metà inferiore del corpo e a rinsaldare il contatto con il suolo. Molti di questi esercizi possono essere dolorosi e richiedere un notevole sforzo. Nella seconda parte i partecipanti assumono la posizione sdraiata, che elimina la pressione che la forza di gravità esercita sul corpo. Come rileva Lowen, questa posizione ha un aspetto regressivo, perché suggerisce il ritorno ad un atteggiamento infantile del corpo, che facilita il “lasciar andare” o abbandono del controllo.

Ovviamente l’obiettivo della classe non è di eseguire “bene” o “sempre meglio” gli esercizi, bensì quello di stimolare i partecipanti a sentire le sensazioni e le emozioni che gradualmente si sviluppano nel loro corpo, attraverso una costante attenzione accordata alla respirazione, al movimento e al suono.

La nostra società infatti ci costringe a vivere per la maggior parte del tempo ‘nella testa’, facendoci dimenticare completamente l’importanza del corpo.

Riappropriarsi del proprio corpo, sciogliere le tensioni, far scorrere liberamente l’energia in tutto l’organismo: tutto ciò produce una maggior vitalità, un senso accresciuto di benessere ed una migliore capacità di provare piacere.

Sebbene possano promuovere l’emergere di emozioni anche forti e, più in generale, un aumento della consapevolezza di sé, le classi di esercizi non sono gruppi di terapia. Il conduttore propone gli esercizi e vigila sui processi in atto; è una presenza che garantisce sostegno sia al gruppo, sia alle singole persone, qualora si trovino a vivere emozioni che da sole hanno difficoltà a gestire.

Le classi possono essere di gruppo o individuali, in quest’ultimo caso anche eventualmente  dopo la seduta psicoterapeutica. Le sessioni individuali hanno una durata di 45 minuti e un costo di € 30.